...."Quanto al mio metodo di lavoro, è abbastanza coerente con ciò che vi sto dicendo. Non so mai quanto riuscirò a scrivere nè se scriverò. Aspetto che mi venga in mente qualcosa e, quano mi viene un'idea che ritengo buona, me la rimugino in testa e la lascio maturare. Quando l'ho rifinita (e a volte passano molti anni, come nel caso di "Cent'Anni di Solitidine" a cui ho pensato per diciannove anni), quando l'ho rifinita, ripeto, e lì comincia la parte più difficile e quella che più mi annoia. Perchè la cosa più piacevole della storia è concepirla, affinarla pian piano, girandosela e rigirandosela in testa, cosicchè al momento di mettersi a scriverla ormai non interessa un granchè, o almeno a me non interessa un granchè".
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